#DIMARTEDI

C'è chi dice che l'amore sia per natura un tiranno.
E che sia normale, quando si ama, sottomersi a una forza dispotica che imprigiona dal di dentro, cancellando ogni separazione tra sè e l'altro.
Ma di quale amore stiamo parlando? Che rapporto può esserci tra amore e tirannia?
In realtà, nessuno. A meno di non ridurre l'amore a un sentimento patologico fatto di sottomissione e gelosia, annullamento di sè e sacrificio dell'altro. Un sentimento, cioè, che con l'amore-riconoscimento-libertà non c'entra niente.
Non perchè ognuno debba sentirsi libero di fare tutto ciò che gli passa per la mente, come se l'altro non esistesse. Quando si vive con un'altra persona, è la stessa presenza che ci limita: una parola che contrasta il silenzio, uno sguardo che chiede accoglienza, un gesto che vuole conforto.
Semplicemente perchè non c'è amore senza libertà di essere come si è; e quindi senza bisogno di sforzarsi, di cambiare, di correggersi. Insomma, il contrario della tirannia. Ossia di tutta quella serie di atteggiamenti che, in nome dell'amore, ci impediscono di essere noi stessi, costringendoci a recitare un ruolo che non ci appartiene.
Pensiamo all'amore dei genitori. Chi ama veramente i figli? Coloro che proiettano su di loro una determinata immagine, aspettandosi che i bimbi si conformino alle proprie aspettative, oppure quella madre e quel padre che riconoscono l'alterità dei figli e che non impongono loro alcun modello rigido di identificazione?
Io non ho dubbi. Solo chi prende sul serio la presenza altrui - fatta talvolta di dissenso, talvolta di domande scomode, talvolta anche di capricci - ama veramente. Anche semplicemente perchè prendere sul serio l'altro e accettarlo per come è non è mai facile. Anzi.
Per riuscire a farlo, a volte è necessario essere capaci di mettersi tra parentesi, senza lasciarci destabilizzare da scelte che non si sarebbero mai fatte, da parole che non si sarebbero mai pronunciate, da modi di comportarsi o pensare che possono essere lontani mille miglia dai propri. E quindi anche "lasciar stare", "lasciare andare", "lasciare fare", "lasciare esistere".
Semplicemente "lasciare". Che è l'esatto contrario del controllo e della tirannia.
Certo, quando ci si ama si devono a volte trovare compromessi. "Mettersi un punto in bocca", come dice mia nonna, perchè spesso la voglia di contraddire o dire di "no" è forte. Ma talvolta è proprio "lasciando fare" che si permette all'altro di starci liberamente accanto.
Non c'è amore senza la consapevolezza che l'altro non ci apparterrà mai completamente, esattamente come noi non gli apparterremo mai del tutto. Anche se a forza di condividere il presente ci si accorge che è proprio accanto a "lui" o a "lei" che ci si sente riconosciuti, accettati, accolti. Anche se a volte si è insopportabili, e proprio non si capisce come l'altro possa lasciar correre le nostre manie e le nostre ansie.
Altro che tirannia allora. Altro che ripudio d'indipendenza e sacrificio.
L'amore regala libertà. La libertà di non fingere. La libertà di essere fragili. Talvolta anche la libertà di essere rompiballe.
Lei che ti dice "ti amo" anche quando avresti solo voglia di scomparire.
Io che rispondo "non è vero" anche quando quelle parole mi danno la forza di continuare.
Lei che replica "sei sempre la solita spiritosa".
Io che faccio "no" con la testa.
E poi tutto da capo. Prima di sorridere e di ricominciare.
Liberi, appunto.


   CANZONI CONSIGLIATE:  Universi paralleli, Emanuele Dabbono + Romanzo storico, Erica Mou.
Due Amici che mi incoraggiano sempre, che a volte mi sfidano, spesso mi ascoltano. 
A chi l'amore lo sa dare e a quelli che sanno riceverlo.