LE TASCHE PIENE DI SASSI

E' una questione di mani. Alcune volte mi prudono talmente forte dalla voglia di prendere a pugni qualcuno, altre invece sento scivolare tra le mie dita qualcosa di effimero come un nome, una stagione, qualcosa che dovevo stringere forte e invece ho lasciato andare via, per poi richiudere la mia mano col pollice tra le altre dita, come se fosse ferito. A volte un anello soffoca un dito e non riesco più a levarlo e rischio d'impazzire. Altre volte l'anello spezzato che mi aveva regalato mio fratello mi ricorda che certi legami sono come nodi gentili, mai troppo stretti.
E poi ci sono le mani perfette. Perchè è come provare un paio di guanti o ereditarli di nuovo da tuo fratello e scoprire che ti sono troppo larghi, ma ti devi accontentare.
Invece delle mani perfette ce n'è un paio soltanto per ognuno di noi in tutto il mondo. Il problema è che le mani non possono urlare. E quando si riconoscono vorrebbero urlartelo affinchè tu possa capire e quelle mani stringergliele. E non permettere mai che si stacchino da te. Ma tutto ciò che riescono a fare è provocarti una cascata di brividi che stavolta non parte dalla schiena, ma dal palmo.
E raggiunge la testa in un secondo febbrile. E il sangue nelle tue vene impazzisce.
Non ci siamo sposati perchè io non credo al matrimonio.
Lo vedo come un volgare contratto. Lui invece voleva solo una promessa. Nella buona e nella cattiva sorte. Ma in chiesa non c'è l'uscita di sicurezza e quel tipo di legame a me andava stretto. Gli dicevo che preferivo sentirmi libera di andarmene in qualsiasi momento. Meglio l'egoismo della finzione.
E lui non me l'ha impedito, non ha nemmeno lottato per farmi cambiare idea. Ha detto solo due parole: "Va bene".
E poi ci siamo lasciati. E pensare che a lui bastava un mio sguardo per chiudere gli occhi. Non dev'essere stato abbastanza bravo nella parte del menefreghista. Io stessa gli ripetevo spesso che gli stronzi sono più affascinanti. Ora si sente così stronzo...solo che per lui credo che quella parola significhi qualcos'altro. Provo pena per le sue illusioni. Ho smesso di credere che l'amore sia un punto fermo se devo sempre stargli dietro a correre senza poterlo tenere tra le mani, mai più di un qualche secondo "perchè se no arriva l'abitudine".
A ripensarci è stato infantile da parte mia credere ai "per sempre", però anche dolcissimo. E se tornassi indietro immagino che la penserei uguale, perchè quei brevi attimi in cui ho fatto finta di ignorare la realtà delle cose, mi è sembrato veramente che potessero durare.
La felicità. Una sera abbiamo quasi litigato perchè ero sbronza e gli avevo detto che la felicità non esiste. Che arriva e non resta mai. L'ospite che non inviti. L'ospite che se ne va prima che tu gli chieda di rimanere. Io quell'ospite l'ho cercato in tante di quelle persone sbagliate che mi sono stufata di fare feste e preparare inviti. Doveva essere questione d'equilibrio. Per imparare ad amare senza versare addosso all'altro tutto l'oceano che abbiamo dentro. O almeno, una goccia alla volta. Non importa se qualcuno se ne va via prima di aver anche solo assaggiato mezzo bicchiere.
Ma secondo me chi sa descrivere bene le cose, chi conosce le parole giuste da usare insomma, quelle cose non le ha mai vissute appieno.
Perchè l'equilibrio è precario per definizione. Si cade e si torna sul filo.
Che a volte si spezza di colpo anche se tu, quello stracazzo di baricentro per non scivolare, l'avevi trovato.
E così me lo immagino solo nel letto a parlare al soffitto ad alta voce, nella speranza che io senta, dovunque e con chiunque sia oramai. E chiedermi scusa per le volte che è stato possessivo nei miei confronti. Un altro modo sbagliato per spiegarmi la cosa giusta. Una cosa da niente. Che a me ci teneva, ma non riusciva mai a tenermi. Perchè bisogna aver paura ma fidarsi. Mischiare dolcezza e cinismo. Scrivere e non mandare. Incazzarsi ed essere comprensivi. Dirsi ti amo e poi tenerselo per sè. Essere sicurissimi ma restare nel dubbio. Dirsi per sempre e poi ci siamo lasciati. O pensare che ti bastavano i miei occhi per chiudere i tuoi.

La Jù.

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