#equivaleallimmenso

Un non-lettore mi ha scritto una email. E' incimpato casualmente su un mio post, ma non compra libri, non compra giornali. Però scrive, alimenta un "blog da poeta-artista": "Credevo che il mondo fosse una favola...hanno sempre tentato di rendere razionale la realtà...per fare del mondo il migliore dei mondi possibili. Purtroppo senza riuscirci..." Scrive partendo da una canzone di Max Pezzali scelta come epigrafe: L'universo tranne noi. Tutti abbiamo storie di illusioni e disillussioni vittorie e sconfitte, corse e cadute, gioie e tragedie. E possiamo fare "riflessioni crude sul mondo di oggi", come Giuseppe il non-lettore, che si riferisce agli altri come "altro", come se lui non ne facesse parte. Il suo affermare che non acquista nè giornali nè libri -dunque non parrebbe interessato alle ragioni altrui- credo trovi un contraltare nel racconto di David Grossman al giornalista Edoardo Vigna. Un giorno, a Gerusalemme, il bus per israeliani su cui viaggiava si ferma a fianco di quello per palestinesi. Guarda dentro e si accorge che è pieno di volti mai visti realmente. "Ero programmato per "non vederli". A non riflettere sul fatto che i palestinesi fossero "rilevanti" per la mia vita. Invece ciò che facciamo è cambiare la loro vita in modo terribile. Ma allo stesso tempo ho capito che neanche loro mi vedevano. Con il tempo, questo "non vedersi" è diventato odio reciproco". Grossman non è lo scrittore di successo a cui tutto va d'incanto, uno dell'Universo da cui, secondo l'epigrafe di Max Pezzali e l'idea di Giuseppe il non-lettore, noi siamo esclusi. Discende da scampati alla shoah. Divenuto adolescente ha scoperto che i personaggi incontrati nei libri letti da bambino, abitanti del mondo incantato dei nonni nel cuore dell'Europa, erano finiti nel vento, come nella canzone di Guccini. Vive da sempre in un Paese dove se hai due ragazzi li mandi a scuola su autobus diversi, così se ne fanno saltare in aria uno, l'altro resta vivo. Infine, diventato abbastanza grande per fare la leva, suo figlio Uri è stato centrato da un missile anticarro nel Sud del Libano. Eppure il messaggio di David Grossman è: "L'incapacità di credere in una situazione migliore è l'inizio della sconfitta". Il nostro male, personale e dell'intera società, è il cinismo, "modo crudele con cui ci chiamiamo fuori dalla vita. I cinici ridicolizzano tutto e si dicono incapaci di cambiare le cose". Credo sia un male congenito, anche se non di tutti. Sbaglia Giuseppe il non-lettore quando si tira fuori dal mondo e quando parla di questo tempo e di questo luogo come fossero differenti -e peggiori- di altri tempi e di altri luoghi. Se la sua è una provocazione, è riuscito nell'intento. Anche se non mi leggerà, grazie per avermi spinto a riflettere.


   LIBRI CONSIGLIATI: Messaggio per un'aquila che si crede un pollo, Anthony De Mello + Bianca come il latte, rossa come il sangue, Alessandro D'Avenia.
I libri non possono alleviare quella sensazione di disperazione che la crudeltà del mondo ti mette davanti ma possono farti sentire meno solo.