LA NOTTE DEI DESIDERI

Cominciamo dalle domande.
La prima è quella di Laura Boldrini al convegno Donne e media, di cui tanto si è parlato sui giornali.
"Può essere concepito uno spot in cui il marito e i bambini sono seduti e la mamma serve a tavola? Ma in quale altro Paese questo verrebbe tollerato?"
La seconda è quella di mio nipote, 7 anni, che mentre io guardo su YouTube il discorso del presidente della Camera, allunga l'orecchio e chiede: "Ha ragione?". La terza è la mia: "Secondo te?".
E finalmente, una risposta, sempre dal settenne, che ne racchiude molte. "Nooo! A casa mia cucina e porta in tavola quasi sempre papà". Esagerato! Ma è certo che i compiti sono divisi fifty fifty. Se uno cucina, l'altro lava i piatti e viceversa. E' questo che vede mio nipote. E non sarà certo uno spot a riformattare il suo pensiero.
Questo per dire che il condizionamento mediatico di certi triti luoghi comuni sulle donne è un finto problema. Altro è l'uso strumentale del corpo femminile per pubblicizzare auto e telefonini: lì si che c'è da indignarsi e invocare l'ammutinamento. Per il resto, la tv vive di stereotipi, tutti allo stesso modo opinabili e innocui. Quello della brava massaia salvata dai sofficini o dalla bonazza che fa shopping compulsivo su un sito di e-commerce.
Noi donne in 3D siamo comunque diverse da quelle lì della reclamè, con vite ed identità bidimensionali. E siamo abbastanza sveglie da non lasciarci abbindolare. Lo sappiamo che un sugo pronto non ci farà svoltare la giornata e che fare colazione tutti insieme al mattino, pettinati e sorridenti, non è un miraggio: è una presa per i fondelli fatta e finita. Chiunque abbia figli in età scolare sa che la fascia oraria dalle 7 alle 8 è un campo di battaglia durante un raid aereo. Però quegli stereotipi ci rassicurano. Ci fanno illudere che anche noi un giorno, magari di domenica, potremmo essere così: la famiglia Mulino Bianco. In cui la mamma fa solo la mamma e non altre duecento cose insieme. Il padre il padre, che non è scontato. E i bambini parlano invece di grugnire. Un quadretto idilliaco in cui siamo cresciuti (il primo spot è del 1978), che ci ha fatto superare crisi del decimo anno, scappatelle, lanci di piatti e separazioni. Mantenendo una fede incrollabile nell'istituzione famiglia. Per questo il signor Barilla ci tiene tanto. Per questo ha dichiarato che in quel quadretto non entreranno mai i gay. Facendo scoppiare il finimondo. Ha sbagliato, si. Perchè il mondo si evolve e la famiglia pure. Ma non esclude, include.
La mamma col grembiulino che serve a tavola va abolita. Va solo associata a un'altra serie di format sul tema: il papà col grembiulino che serve la mamma seduta al tavolo che legge il giornale, il papà che serve il papà, la mamma che serve la mamma, la mamma col papà di un altro che serve i figli di entrambi, il papà con la nuova mamma di 28 anni, la mamma con il toy boy, il papà single senza grembiule che serve hambuger e papatatine a colazione, eccetera. Non si finisce più...Capito perchè esistono gli stereotipi?
L'importante è che, alla fine, non siano mai i figli seduti a tavola a leggere comodi comodi il giornale.

Bacioni!

Jù.

SCINTILLE

A volte, nella vita si sbaglia.
Si possono fare errori di poco conto. Ti distrai per guardare una vetrina che ti attira e tamponi un'altra auto. Ordini un vino che non ti piace. Dimentichi di morsicarti la lingua e dici la frase sbagliata nel momento peggiore. Fai un passo falso sul lavoro.
E si possono fare errori enormi. Si possono deludere gli altri. Si può scegliere la persona sbagliata. Si può tradire la propria natura. Ci si può fare del male.
Esistono errori dai quali non si torna indietro. Vai a parlare di autostima a chi si è rovinato la vita e non può attribuire la responsabilità se non a se stesso.
Ci sarà sempre quel buco nero, quella voragine nella tua esistenza, appena ti volgi indietro. E continuerai a darti addosso, a fare con te stessa il catalogo delle cose che sarebbero successe se solo avessi scelto l'altra strada, il giorno che hai scelto quel bivio...
E questo è un modo di vedere la questione.
L'altro è leggermente diverso. E non consiste nel chiudere gli occhi e fare finta di non aver sbagliato. Perchè gli errori, quando si fanno, si ammettono e si pagano. Ci mancherebbe.
Però esiste un solo modo per redimere le scelte sbagliate: farne di migliori. Se ti sei presa per mano e ti sei trascinata in basso, o qualcuno ti ci ha portato e non hai fatto niente per resistere, per cambiare direzione, bè, non sta scritto da nessuna parte che tu ci debba restare.
E se decidi di cercare il varco, la via d'uscita, e se - magari con l'aiuto del caso - riesci anche a trovarla, una cosa è certa: quel buco nero della tua vita continuerà a non piacerti; ma ti piacerà tanto, tantissimo il modo in cui ne sei uscita.
Ne sarai orgogliosa.
Almeno, questa è una delle cose che mi ha insegnato la vita.

Bacioni.

Jù.