A.

Per anni ho avuto paura del signor Armando, se mi si avvicinava cominciavo a piangere in modo incontrollabile. Ogni Natale mi portava un regalo bellissimo, ma io restavo lontano da lui e i primi anni mi rifiutavo di aprirlo. Con il tempo avevamo trovato un punto di equilibrio: metteva il pacco in mezzo al salotto in casa e poi si allontanava. Io a poco a poco, furtivamente, mi avvicinavo, lo afferravo e lo trascinavo velocemente nella mia camera. Ci giravo un pò intorno e poi con calma e circospezione lo aprivo. Nessuno veniva con me, mi lasciavano sola, con i tempi di cui avevo bisogno. Quando il signor Armando stava per andarsene, ci pensava mia mamma a segnalarmelo ad alta voce. Io allora, sporgendo solo uno spicchio di faccia da dietro la porta, gli dicevo grazie.
Aveva ancora i baffi e pochi capelli, quando lo rividi l'ultima volta. Sono passati più di dieci anni, era in un letto d'ospedale, lo stesso dove portarono il mio ex fidanzato. Stava morendo. Quando entrai nella stanza, mi riconobbe subito, anche se non mi aveva più vista da quando era una ragazzina, e si illuminò. Parlammo abbastanza a lungo, poi gli accarezzai i capelli, erano morbidissimi e lui mi disse: " Mi hai fatto il regalo più bello che potessi desiderare".
Spesso nella vita si elancano le occasioni perdute, io tengo la lista delle occasione non sprecate e quella sera è sempre ai primi posti.

Il solito enorme Bacione a Tutti.

Jù.