LA NEVE SUL MARE

Non lo posso sopportare che due persone non si parlino.
Che non si parlino più. Un uomo e una donna che si amavano per giunta.
Gente che si scambiava telefonate roventi o anche solo appassionate durante la notte sbancando i centralini poco tempo prima. Non lo sopporto.
Che mancanza di curiosità, di sensibilità, che buio, che cecità, che vera decadenza.
Qualcuno si trincera dietro un silenzio ottuso, altri ( altre ) non danno notizie di sè forse confidando nell'antico, nefasto effetto dell'assenza che è una vera aggressione.
Credo bisogna aver molto amato una persona per diventarne nemico a tal punto.
Siamo un antico popolo di scaltri diplomatici, nessuno quanto noi è maestro nell'arte della mediazione, del conferire pesi differenti alle parole a seconda delle circostanze. Siamo farmacisti, siamo alchimisti.
Tentiamo tristi bracci di ferro, ostentiamo indifferenza e fingiamo durezza, siamo inclini alla fuga, alla vigliaccheria, all'allontanamento.
No, è necessario parlare, anche quando le idee si fanno confuse ( è di rapporti d'amore che sto trattando), quando si diventa differenti da se stessi, peggiori, e non ci si riconosce più.
Anche quando si ritiene che "qualcuno" ci abbia rapinato, scippato il nostro sentimento, le idee migliori, i segreti e la vita, tutto.
Eh no! Bisogna riprendere in mano quei telefoni, volare ancora in macchina di notte da una città all'altra, se necessario, a combattere la mediocrità del silenzio, l'astio, l'orgoglio, la convinzione di aver in tutto ragione.
Ragione di che poi?! L'amore è sangue che scorre e gonfia muscoli e vene, chi se ne frega dell'orgoglio, eppoi tutto finisce da sè senza bisogno che noi uomini e donne poveri diavoli ci diamo tanto da fare per squilibrare i pesi di quello che davvero vogliamo e sentiamo. Non si mettano contro, non diventino nemici almeno quelli che si amano ( e lo sanno ), non perdano tempo, non peggiorino se stessi: abbiamo già fin troppe battaglie se non vere e proprie guerre da combattere fuori di noi stessi, nel mondo di tutti i giorni.
Basta una telefonata notturna, una sorpresa, anche solo una parola, basterebbe una breve lettera se fossimo ancora capaci di scrivere e non lo siamo.
Un atto di ragionevolezza, un atto di umiltà, sarebbero così necessari. Sarebbe forse vero coraggio.
Viviamo invece di atti di orgoglio, cioè di rinuncia, ci chiudiamo da soli alle spalle la porta della nostra cella e per maggiro sicurezza ingoiamo la chiave.
Che stupidi, basterebbe parlare. Uomini e donne intendo, ragazzi e ragazze, in ogni tempo e luogo, in qualsiasi circostanza e senza reticenze nè giustificazioni.
Non lo posso sopportare che due persone non si parlimo.
Almeno quelli che si amano ( e lo sanno ) facciano qualcosa.

La Jù.


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