L'ULTIMA RIGA DELLE FAVOLE

Non ricordo cosa stessi facendo quel giorno.
So che era un giorno qualunque per milioni di persone, alle prese con la vita fatta di lavoro, sorrisi, lacrime, sport, belle notizie, altre brutte. Un amore che nasce e uno che finisce, il primo bacio, un compito in classe andato male, un altro andato bene, una serata al cinema.
Attimo dopo attimo, respiro dopo respiro.
Un giorno qualunque, non per me. Quel giorno della mia prima vita per me sarebbe stato l'ultimo.
La lancetta dei minuti e delle ore passa, i giorni diventano mesi e i mesi, anni. E io sono ancora qui.
Vento leggero ma fa freddo. Alcune anzine passeggiano tranquillamente, un cane al guinzaglio, un gruppo di bambini in bicicletta. Li guardo. Poi sposto gli occhi altrove e sospiro.
Lui era la persona con cui credevo di passare il resto della mia vita. E io troppo grande per piangere, troppo piccola per perdere un amore.
Qualche fotogramma impresso nel cuore e nella memoria, qualche sguardo, il suono lontano della sua voce, mentre mi accarezzava o mi sussurava di passargli l'acqua. Il suo amore per me, quello sì, lo ricordo bene, mi è rimasto dentro. Lo sento e mi accompagna ogni giorno.
Ho conosciuto la nuova Jù nei racconti di mia madre, una gigante lei. Si è presa sulle spalle una come me, distrutta, sfinita e sfiduciata e mi ha accompagnato nellla mia nuova vita, da sola.
Ho conosciuto la nuova Jù nei racconti delle mie zie, nei ricordi di chi mi ha voluto bene anche quando me lo meritavo meno, che l'ha vista milioni di volte negli occhi e nell'anima, che l'ha frequentata, che sapeva leggere i suoi sguardi.
Ho conosciuto così una ragazza normale, con i suoi difetti, i suoi pregi, il suo sorriso, quello sì.
Sono cresciuta al Nord ma il mio cuore è maturato a Sud, perchè ho sempre seguito quel respiro latente della mia anima per essere diversa, per continuare a vivere. Perchè questo continuo a fare, più o meno consapevolmente, nel corso della mia vita. Ho cercato di vivere e far vivere il meglio di me.
Molti mi chiedono come sia perdere un fidanzato, se ho mai odiato Dio, se ho conservato qualcosa di lui, se ho perdonato, se. Quel giorno è stato e io non posso farci nulla. Non posso dimenticarlo perchè da quel giorno in poi la mia vita non è stata più la stessa, perchè certe cose ti vivono dentro per l'intera esistenza, fino alla fine.
Non posso dimenticarlo ma sono andata oltre, sono cresciuta, potevo ancora vivere e l'ho fatto.
Molti si sono riempiti la bocca di parole su di me senza conoscermi. Mi hanno descritto con superficialità, mi hanno distrutto, svestendomi del mio abito di ragazza. Molti mi ricordano spesso che lui non c'è più mentre a me a volte mi rincuora ricordarmi come mi ha amata in quei mesi, per farlo vivere ancora un attimo.
Il tempo poi, fa sempre il suo lavoro. Scioglie nel suo scorrere la patina in superficie e lascia emergere quello che c'è sotto.
Quando sei una ragazzina non hai la maturità per capire certe cose, non hai l'esperienza per governare gli impeti della tua anima, vivi tutto intensamente, senza moderazione. Vorresti tutte le attenzioni per te, vorresti che tutti capissero, che tutti ti ascoltassero, che tutti ricordassero.
Poi cresci e comprendi che nulla si ferma, nessuno ti aspetta. Che ognuno è impegnato nel difficile compito di vivere la propria vita, la propria storia. Magari si allontana, si distrae, ma non per questo ti lascia solo oppure dimentica. Basta un incontro, uno sguardo, un sorriso per capirsi di nuovo e dare il senso giusto ai comportamenti e alle persone.
A volte ho avuto la sensazione di essere un errore.
La sua assenza è stata enorme.
Ha significato una sedia vuota il giorno del mio compleanno, quando con lo sguardo cercavo quello che non potevo più avere. Ha significato non avere un porto sicuro di cui una ragazza ha bisogno nelle avventure della vita, nei tentativi di diventare donna. Sentirsi stringere forte al petto per non andare via, festeggiare insieme la vittoria dell'Italia ai mondiali, giocare a bowling e vederlo preoccupato per me. I rimproveri, i consigli, gli incoraggiamenti.
Di lui, per un pò, mi è mancato tutto. Un amore col contagocce che non ha avuto la forza colorata di un amore che dura per tutta la vita.
E' un pensiero latente che riaffiora ogni volta che arriva il brutto tempo e che ti lascia, per un attimo, nell'illusione che nulla sia cambiato.
Adesso continuo a crescere, i miei amici, il mio lavoro, ma ogni volta che mi fermo accade qualcosa di strano: ho la sensazione di non essere un errore, ho la sensazione di essere viva.
Una sera ero a cena con mio cugino al quale stavo raccontando gli enormi sbagli fatti, le difficoltà, i dubbi, la mia vita insomma. Mi guardò e sorrise, dicendomi di non aver paura di fare la mia strada, di cercare il mio equilibrio, di fare quello che sentivo perchè "avrai il tempo per tornare indietro, se lo vorrai."
Non è stato facile perchè la vita non è un film, come diceva qualcuno.
Molta gente si è rimpieta la bocca di parole, ha fatto finta di ascoltare e poi ha girato le spalle lasciandomi sola. Ma poi ho incontrato tante belle persone, ho scoperto nuovi amici che hanno saputo starmi accanto, che hanno scelto di ascoltarmi senza mai illudermi. Loro hanno imparato a conoscermi e a volermi bene come Jù e non come "la ragazza di".
Ora sono più tranquilla, quel demone smanioso che mi vive dentro sembra riposare un pò e ho avuto voglia di scrivere un pò di più questa sera. Ho voluto raccogliere un pò di pensieri e ricordi, ascoltarmi.
Ho voluto scrivervi ancora una volta di me, di come sono stata in una vita precedente, senza eccessi, senza invenzioni, senza lapidazioni inutili.
Ho voluto raccontarvi quello che per tutti è stato un periodaccio, mentre per me, è stata l'ultima riga delle favole.


IlSolitoEnormeBacioneATutti.

Jù.

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