SUPERMARIO NON BASTA

In fondo, promettere di restituire l'Imu in contanti, agli sportelli postali o per bonifico, non era che proemettere ai cittadini soldi in cambio di voti: la più vecchia, scontata, prevedibile via della propaganda elettorale. Eppure eravamo tutti lì, ancora una volta dopo quasi vent'anni, a commentare l'ennesima promessa del cavalier Silvio Berlusconi. L'asta dei buoni propositi arriva puntuale una domenica di febbraio, davanti a una platea urlante di fan, giornalisti, fotografi e politici devoti. Poche parole: "Rimborseremo l'Imu". Ed è subito televendita. Noi, fiaccati da settimane di bombardamento elettorale, non riuscivamo più a distinguere un programma dall'altro, un candidato dall'altro, una promessa dall'altra. Però lui, si.
Silvio lo riconosci fra mille, con l'aria da piazzista di pentole e il sorrisone a 56 denti, mascherone e capelli mocassino.
Sa bene che non potrà mai ridarci indietro quei soldi, la tassa sulla casa, odiosa e iniqua perchè colpisce indiscriminata giovani e vecchi, ricchi e poveri. Una tassa, è bene ricordarlo, necessaria per tappare un buco provocato, fra l'altro, anche dall'abolizione dell'Ici sui redditi medio-alti, decisa dall'ultimo governo Berlusconi. L'Imu non poteva essere rimborsata nei tempi (trenta giorni) e nei modi( contanti) annunciati dal leader del Pdl per molte ragioni, fra le quali la mancanza di copertura finanziaria certa e il caos del federalismo fiscale che provocherebbe la rivolta dei Comuni. Ma, soprattutto, perchè queste elzioni non le ha vinte Berlusconi, anzi non le ha vinte nessuno.
Ecco allora la vera forza della promessa di Silvio: la sua totale, scanzonata gratuità. Nessuna questa volta ha potuto rimproverargli di aver tradito l'ennesima promessa. Ma lo scopo del venditore di Arcore è comunque stato raggiunto: strilli dei tg, titoli dei giornali, controllo dell'agenda elettorale, presa sugli elettori delusi e traditi. Mettiamoci pure l'invasione mediatica permanente e l'acquisto di Balotelli - altro che Monti, è stato lui l'unico vero Supermario nella fervida comunicazione prepolitica berlusconiana - e l'omino dei sogni era di nuovo qui tra noi, con una sfilza di sondaggi in mano.
Noi elettori, davanti alla tv siamo tornati bambini e abbiamo cercato il cesto dei popcorn di fronte all'ultima delusione, ma stavolta siamo davvero stufi.
L'Italia dei sogni è andata a picco, l'Italia dei sogni non esiste più.
Chiedetelo ai ragazzi disoccupati e senza futuro, ai cervelli fuggiti, agli operai in presidio. Alle mamme in bilico fra scuole fatiscenti e spese invalicabili.
Caro Silvio ( e tutti gli altri ) smetti di promettere, gli italiani sono diventati grandi.

Jù.

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