#CHARLIEHEBDO

Quando Oriana Fallaci raccontava il Vietnam, la sinistra italiana diceva: ecco, ci voleva una donna per far emergere la verità. La Oriana, ex partigiana, era "dei nostri". Poi andò con una delegazione di compagne ad Hanoi e condannò i totalitarismi che vietavano tutto, persino di ritirarsi in bagno quando se ne aveva necessità. E la stessa Oriana divenne di destra.
Così andava da noi. Persino Indro Montanelli, uomo trasparente nelle sue simpatie politiche, a un certo punto si trasfigurò in icona della sinistra italiana. Nemesi storiche. O malcostume italiano.
Forse i due campioni del giornalismo semplicemente scrivevano quel che pensavano e vedevano: si poteva condividerli o meno, invece li si bollava senza appello. Ora che destra e sinistra non si sa più dove stiano, almeno questo ci viene risparmiato. E le nemesi si consumano direttamente in Parlamento. Ma le abitudini sono dure a morire, anche nella confusione. In questi giorni sono sorti dubbi su papa Francesco, dopo gli osanna di chi cattolico non è e non è mai stato.
Nel nostro Paese, purtroppo, se non dici quello che certi ambienti vogliono sentire, sei fuori, come nei talent show. Ma torniamo a Oriana Fallaci. Non ha nulla a che vedere con i tragici eventi di Parigi, nonostante nei giorni scorsi sia tornata alla ribalta per le sue prese di posizione sullo "scontro di civiltà" subito dopo l'attentato alle Torri Gemelle di New York.
Conoscetela nell'interpretazione di Vittoria Puccini, perchè la Rai manderà in onda uno sceneggiato ispirato alla sua vita. Ma già che siamo in tema e a proposito di pesi e misure differenti, vorrei cogliere l'occasione per dire anch'io qualcosa che molti troveranno fuori luogo perchè non è politically correct.
Siamo tutti Charlie, non c'è dubbio. Siamo pronti a scendere in piazza, anche se non condividiamo il bisogno di sghignazzare su quanto è sacro per altri. Perchè la violenza e il terrorismo sono il male assoluto. Però non ci dispiacerebbe se l'Eliseo si scusasse con noi italiani per come ci ha "canzonati" quando chiedevamo l'estradizione del terrorista-assassino Cesare Battisti. E non era il solo ad aver prostato il nostro Paese con il terrore e trovato accoglienza nei salotti alla moda d'Oltralpe. Discernere tra rifugiati politici e assassini comuni era così difficile? No, la matrice di Battisti non è differente da quella degli attentatori parigini. Anzi, spesso le vittime dei terroristi italiani onesti servitori dello Stato: applicavano leggi stabilite da un Paese non meno democratico della Francia. Per favore, non limitiamoci alle emozioni che possono addirittura essere strumentalizzate, come mi è parso vedendo tutti quei premier-carcerieri di giornalisti sfilare per le strade di Parigi.


La Jù.


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