#LIBRI

A Milano, la Libreria del Corso chiude. L'altro ieri mi è arrivata una mail che diceva di usufruire dei "punti fedeltà" sulla mia tessera entro il 2 novembre.
Settimana scorsa sono uscita di casa e sono andata in corso Buenos Aires 39 nella speranza che fosse un allarme invece di un funerale.
Però poi sono entrata in libreria come si entra in chiesa; col cappello in mano, se avessi il coraggio di portare il cappello.
L'unica cosa che sono riuscita a proferire, col tono della cospirazione, è stata: "Ho ricevuto la mail". I commessi avevano tutti gli occhi lucidi. Annuivano con la definitività delle decisioni prese. La Libreria del Corso chiude.
Al mio secondo "Mi dispiace tantissimo", la mia amica libraria è esplosa: "Ti spiace, Ju? Anche a me, e non perchè sarò un'esodata, ma perchè non farò mai più la libraria dopo 25 anni che consiglio scrittori che ho letto. Da giorni assistiamo alla processione dei clienti "tantissimo dispiaciuti".  E in quest'anno di crisi durissima? Dove eravate quando avevamo bisogno?".
Mi sono vergognata come un cane, sentita una schifezza, scoperta piena di colpa. Uscendo ho pure visto uno dei libri di una mia amica scrittrice in bella mostra e mi sono sentita ancora peggio. 
Perchè io compro anche online, certo, e vado a caccia di sconti e compro usato; però poi per farmi ispirare, consigliare, anche solo fare due passi, le librerie mi mancano terribilmente. Per un istante penso che forse comprare online è non dover mai dire "mi dispiace".
Ieri un'amica libraia mi ha mandato un lungo messaggio che inizia così: "La libreria attraversa un momento di difficoltà...".
Ho proseguito con un groppo in gola e una sola certezza: "Ecco, chiude anche la Ubik di Parma, non attendere la fine dell'sms per sentirti una schifezza".
E invece il messaggio era una richiesta: "Aiutateci! Oppure siamo spacciati". Ecco, questa volta c'è un pò di tempo, stavolta si possono fare delle cose per salvare questa libreria. Non ultimo, andare lì a comprare dei libri, godere del servizio di migliaia di bravissimi librai che sono tutti, chi più chi meno, strozzati dalla crisi, in procinto di chiudere, ma fermi nella loro missione di "spacciatori di sapere".
Io oggi so di questa libreria di Parma, ma ognuno di noi sa di molte altre librerie prese nella morsa della grande distribuzione, dell'online e del drastico calo di vendite dell'intero settore cultura.
So bene che ci sono problemi più urgenti che riguardano la fame, la salute, l'affitto e tante altre cose, però l'impoverimento culturale ha solo minori conseguenze nell'immediato: sul lungo periodo lo pagheremo a prezzo salatissimo e con molto, moltissimo dolore. Sapere le date di quando scoppiano le guerre o le bombe è importante, riconoscere le vigilie delle tragedie è più difficile ma può anche essere più utile evitarle o limitarne i danni.


   LIBRI CONSIGLIATI: Il bambino che imparò a colorare il buio, Billy Mills & Nicholas Sparks + Anna, Niccolò Ammaniti.
Un raggio di luce buona vi arrivi dove sentite freddo. 

 

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